Il mio uomo perfetto – Recensione
Ne Il mio uomo perfetto un doppio obiettivo: quello di Nancy Coppola divenuta attrice e imprenditrice. Perché i sogni bisogna avere il coraggio di tradurli in realtà
“Il mio uomo perfetto”, la pink comedy napoletana uscita lo scorso 15 marzo nelle sale cinematografiche italiane, apre con il sold out nelle sale campane, decimo nella classifica dei film nazionali, con 16mia euro di incassi in un solo giorno e la miglior media nazionale.
Questa pellicola è un’opera prima semplice che racconta di un sogno e dietro alla quale fa capolino un ulteriore sogno.
Quello di Nancy Coppola, cantante neomelodica partenopea, che canta l’amore, le donne, la famiglia e lo splendore di una città e che, contemporaneamente, racconta se stessa.
E sceglie di farlo attraverso la musica, con cui ha un idillio che dura ormai da 14 anni, il teatro, di altrettanto lungo corso (10 anni) ed oggi, quale “ciliegina sulla torta”, il cinema.
Linguaggi espressivi che si pongono in un’ideale soluzione di continuità e complementarietà per parlare di una comune voglia di riscatto, quella di Antonietta, ventinovenne che ha trovato come unico lavoro quello di barista in un bar che però assomiglia ad un ristorante, per l’atmosfera glamour e il tipo di clientela, e quella di una città, ma anche di tutto il Sud.
Nel cast Nancy Coppola, nelle vesti della protagonista, Eva Grimaldi, Francesco Testi, Antonio Palmese e Maria Del Monte, icona del teatro partenopeo e non solo. La regia è di Nilo Sciarrone. Soggetto e sceneggiatura di Giuliana Boni.
Il lancio del film è stato patrocinato dalla Regione Campania, grazie all’intercessione dell’On. Carmine De Pascale, molto attento al tema dell’omosessualità, tra i tanti temi di attualità affrontati nel lungometraggio e promotore di una proposta di legge contro l’omofobia, quale strumento di contrasto ai crescenti casi di violenza registrati in Campania.
“Il cinema – sottolinea Nancy Coppola – è sempre stato il mio sogno e se un sogno non si avvera cerco di farmelo avverare da sola”. Un sogno che oggi si è realizzato, grazie al supporto di un team coeso e dei due uomini perfetti che, come la stessa protagonista dice, fanno parte della sua vita: suo marito e suo figlio.
Nel bar Antonietta, che ha viso e forme generose, della ragazza della porta accanto, vede incrociarsi i destini e le alterne vicende lavorative di tanti e sogna di poter essere al posto di quelle donne che indossano abiti fascianti, che mal si adatterebbero al suo corpo morbido, e tacchi alti, che invece cozzano con i chilometri che ogni giorno deve percorrere tra bar ed uffici, per consegnare caffè e leccornie.
“Viviamo – sottolinea Nilo Sciarrone – in una società dell’immagine che ci propina una serie di stereotipi. Ma, nonostante e oltre gli stereotipi, quando l’amore è amore è quello più semplice di tutti”.
Antonietta, come tutte le ragazze della porta accanto, è divisa tra diete e cioccolatini, che mangia ogni giorno al mattino, alternando la curiosità di conoscere il destino vergato in un bigliettino e lo scetticismo di chi cerca di rimanere con i piedi per terra. Tra la voglia di trovare un uomo con una solida posizione economica, incarnato dal dott. Stralti, che la vizi e le faccia conoscere posti lontani, porta d’ingresso di una società “sfavillante” che la attrae e il fascino pulito di chi la vede e la apprezza per com’è senza artifici ed infingimenti, Federico.
Antonietta a quel mondo aspira ed è disposta ad adattarvisi, ma non troppo, perché vuole rimanere fedele a se stessa e non rinnega mai le sue origini, la sua veracità e la passione per la musica neomelodica che canta a squarciagola.
Un’opera prima che nasce dalla voglia di affermarsi, dalla propositività di un gruppo di giovani, che ammettono l’inesperienza e il lungo percorso di studio e gavetta ancora necessario per perfezionarsi ed che hanno chiesto aiuto e supporto ad attori di più lungo corso, con grande umiltà e voglia di imparare.
“Gli attori professionisti – continua Nancy – non mi hanno mai fatta sentire inferiore, anche se all’inizio avevo un po’ paura di confrontarmi con loro, che fanno questa professione, mentre io non ho avuto modo di studiare recitazione”.
Ad accomunarli, però, “le farfalle nello stomaco” che un bravo attore, come sottolineava Vittorio Gassman, dovrebbe sempre sentire, perché, come ha ricordato Eva Grimaldi, laddove non le sentisse più sarebbe arrivato il momento di cambiare mestiere
Un’opera prima, dunque, che non cela le incertezze e spesso inciampa e cade, ma si rialza. Intercetta sogni, speranze ed anche stereotipie, ma parla del coraggio di chi ci prova e rischia di suo.
Il film è prodotto dalla Evo Films, neonata casa cinematografica creata proprio da Nancy Coppola, supportata nella vita e nel lavoro da suo marito, e dal regista Nilo Sciarrone, che l’ha accompagnata in questi anni di carriera, realizzando i suoi videoclip musicali e che oggi ha fatto questo salto nell’ignoto con lei… perché squadra che vince non si cambia.Nel film vengono lanciati due messaggi importanti, all’insegna della complementarietà e della valorizzazione reciproca delle due parti del cielo e d’Italia. Non ci può essere un’Italia davvero produttiva, infatti, senza che le due parti lavorino in armonia, mettendo le reciproche competenze al servizio di uno sviluppo condiviso. Il Nord ed il Sud, nel film sono idealmente rappresentati dalla mamma di Antonietta. Interpretata da Eva Grimaldi, veronese doc e disastrosa in arte culinaria, e dal padre della ragazza, napoletano verace. I due litigano e si rintuzzano, ma alla fine sanno di non poter fare a meno l’uno dell’altro. Altra complementarietà importante, sottolineata nel film e dietro le quinte, è quella tra uomo e donna e tra compagni di viaggio che si sono scelti per condividere tutta la vita o un tratto di percorso, al di là delle differenze di genere. Non ci può essere vittoria senza sostenersi e darsi forza a vicenda. Non esistono eroi e primedonne dai superpoteri, ma solo persone, con le loro umane fragilità, che sanno sacrificarsi insieme in vista di un obiettivo comune da perseguire e che sono in grado di rialzarsi dopo innumerevoli cadute, tendendosi la mano e sorridendosi… spesso abbracciandosi.
“Quando fai il tuo lavoro con amore – sottolinea Francesco Testi – il tuo lavoro ti ripaga, magari non subito”.
A fargli eco l’altro protagonista maschile Antonio Palmese: “Le parole d’ordine di questo film – evidenzia – fanno capo ad una serie di valori: amore, passione, dedizione. Sono proprio questi ingredienti, infatti, che possono portare un prodotto partito con poche risorse ad un livello alto”.
Perché nulla si ottiene senza amore e sacrificio, come ribadiscono i protagonisti, e senza valorizzare la libertà di essere se stessi e di trasfondere nei personaggi parte del proprio carattere, dimenticando l’orologio, sinonimo di ritmi obbligati, ed utilizzando spontaneità e creatività.
Non a caso il film viene definito come una pellicola “love budget”, nata e cresciuta con passione. Niente camerini, ma tanta empatia, come sottolinea ancora Eva Grimaldi.
Di Tania Sabatino
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